Il Raku è la tecnica originaria da cui derivano tutte le varianti , consiste nel decorare con smalti o cristalline il pezzo realizzato con terre refrattarie, precedentemente cotto ad una temperatura di 900-950 gradi; la seconda cottura generalmente viene fatta alla temperatura di fusione tipica dello smalto adoperato.
Fin qui differisce poco dalla ceramica tradizionale ma, nel raku il pezzo viene estratto dal forno alla temperatura di fusione dello smalto e deposto in un contenitore sopra un letto di materiale infiammabile (carta, foglie, segatura) e quindi chiuso il meglio possibile, questa operazione viene chiamata riduzione.
Con questo procedimento si riescono ad ottenere colori e lustri metallici caratteristici ed il classico craquelè ,una fitta rete di “cavilli” ,dovuto al brusco raffreddamento del pezzo. Variando modi e tempi della riduzione si ottengono risultati diversi. Ogni pezzo ottenuto rimane unico ed irripetibile.
Il Grès si ottiene per mescolanze argillose naturali che producono ceramiche dette, appunto, greificate. È necessaria una temperatura tra 1200 °C a 1350 °C. I colori variano a seconda dei composti ferrosi presenti.
Per ottenere grès bianchi si utilizzano impasti artificiali a base di argille cuocenti bianche e rocce quarzoso-feldspatiche che inducono la greificazione della massa. Possono venire smaltate: come per tutte le altre ceramiche, dopo la cottura vengono colorate allo stesso livello dell’impasto, che contiene, di solito, un 33% circa di argille caolinitiche (bianche), un 50% di fondenti (principalmente feldspato) e la percentuale restante di materiali inerti (sabbie o quarzo).